Smaltimenti illeciti: Commissioni antimafia ed ecomafie in Toscana

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La Commissione Ecomafie e quella antimafia si rechino in Toscana per indagare a fondo sullo scandalo degli sversamenti illegali , una inchiesta che a livello territoriale coinvolge diverse regioni italiane: oltre alla Toscana anche Lombardia e Umbria dove una parte degli scarti di cartiere veniva bruciato negli inceneritori di Brescia e Terni e aziende coinvolte per fatti di camorra. Questa la richiesta del Movimento 5 Stelle, tramite Luigi Gaetti , capogruppo M5S Senato e vice presidente della Commissione antimafia e Paola Nugnes, capogruppo M5S in Commissione Ecomafie.
Una richiesta che raccoglie l’appello dei consiglieri regionali del M5S Toscana affinchè queste due importanti commissioni d’inchiesta si occupino del caso.
Parliamo di oltre 45mila tonnellate di fanghi di depurazione delle acque reflue urbane e industriali che sono finite illegalmente nei terreni della campagna Toscana coltivati a grano. Un campione di fango prelevato da un campo a Montaione (FI) aveva idrocarburi 200 volte oltre il limite di legge. In parallelo alcune cartiere toscane mandavano ad incenerimento anche fuori Toscana negli impianti di Brescia e Terni scarti del pulper.
Sei le persone arrestate e 31 gli indagati, e sono coinvolte anche la 3F Ecologia dei Fornaciari e la Del.Ca dei Del Carlo , aziende di smaltimento rifiuti che il pentito di camorra Carmine Schiavone, 20 anni fa, ha indicato come corresponsabili della contaminazione nella Terra dei Fuochi fra Napoli e Caserta. continua la capogruppo M5S in Ecomafie.
Nell’inchiesta è coinvolto anche Lazzaro Ventrone della ditta Veca Sud, già indagata dalla Procura antimafia di Napoli per i rapporti coi casalesi.
Il Movimento 5 Stelle chiede che Commissione parlamentare antimafia e quella Ecomafia si rechino in Toscana per relazionare sul quadro toscano e avviare la verifica di quanto accaduto d’accordo con la Direzione Distrettuale Antimafia.
Come richiesto dai nostri colleghi del M5S in consiglio regionale della Toscana va inoltre sostenuta l’attivazione dell’Osservatorio Antimafia regionale sul ciclo dei rifiuti, ed è opportuno che la Regione Toscana si attivi come parte civile nei procedimenti penali che seguiranno all’inchiesta e si avvii immediatamente l’accertamento delle responsabilità istituzionali, regionali e provinciali, dietro quanto accaduto.