Renzi, te lo diciamo da 2 anni: sulle regole UE la Germania fa ciò che vuole

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Non bastano le sceneggiate per governare un Paese e rimettere a posto l’economia. Il premier Renzi, servo della finanza internazionale, un giorno si sveglia e recita da amicone di Merkel e Hollande in nome di un fantomatico nuovo spirito europeo. Il giorno dopo, quando i due leader continentali lo lasciano in anticamera, strepita contro il tandem franco-tedesco e contro le iniquità di un’Europa che impone austerity velenosa ai Paesi mediterranei, mentre concede a Berlino di sforare, per quanto riguarda il surplus commerciale, il limite del 6% sul Pil (si tratta di uno squilibrio macroeconomico come gli altri, secondo la Ue).
Fin dal settembre 2014 il M5S interroga il governo Renzi, con un’interpellanza alla Camera a prima firma Giorgio Sorial, sulla doppia morale di chi guida l’Europa, sul surplus tedesco e sull’atteggiamento del governo italiano che, allora come oggi, sembra in grado di contestare i diktat del consolidamento dei conti solo a parole.
Sandro Gozi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, si prende tutto il tempo per pensarci su e risponde in aula a fine luglio 2016. Dicendo tra l’altro: “Ritengo che il tempo abbia dato una risposta concreta, almeno una prima risposta concreta, ai punti sollevati dall’onorevole Sorial. Noi abbiamo sfruttato al massimo il ruolo che ci dava il semestre di presidenza per andare verso un primo cambio di passo delle politiche economiche e siamo ovviamente impegnati a espandere e a rafforzare ancora di più questo cambiamento”.
Sono passati altri due mesi, ed ecco il cambiamento che si verificato: oggi il surplus commerciale tedesco è esploso e nel 2016 potrebbe attestarsi a 310 miliardi di dollari, circa il 9% del Pil. Persino superiore, in valori assoluti, alla Cina.
La verità è che il nostro esecutivo non incide. Renzi non tocca palla perché non può e non vuole infrangere i parametri di Maastricht e il fiscal compact. Ma soprattutto perché la sua presenza è funzionale al disegno dei poteri forti, al piano che hanno per l’Italia (e il sì al referendum sarebbe una tappa importante di realizzazione di questo piano).
Il M5S al governo farà saltare i loro programmi. E restituirà sovranità reale agli italiani.
QUI L’interpellanza di Giorgio Sorial