Basta rinviare: su MPS è ora della commissione parlamentare d’inchiesta!


In Toscana si sono conclusi i lavori della commissione d’inchiesta su MPS, presieduti dal nostro consigliere Giacomo Giannarelli. I risultati sono stati esposti in commissione Finanze al Senato dallo stesso Giannarelli che ha sentito, insieme ai colleghi toscani, più di 30 testimoni, producendo 2500 documenti. Ma non basta, dato che le commissioni d’inchiesta regionali hanno poteri limitati. Ciò che serve, e urgentemente, è una commissione parlamentare su MPS con poteri d’inchiesta molto più invasivi, in modo che vertici ed ex dirigenti di MPS siano costretti a scoprire le carte una volta per tutte.
Di particolare importanza le questioni sui 47 miliardi di crediti deteriorati lordi in pancia al Monte dei Paschi e sull’acquisizione di Antonveneta per 9 miliardi + 7 di debiti da parte di MPS, a tutto vantaggio di banca Santander, che aveva acquisto Antonveneta poco tempo prima ad un prezzo nettamente inferiore. Perché Mussari, a quei tempi presidente dell’istituto senese, spese 9 miliardi in poche ore? E perché a quei 9 miliardi seguirono altri 7 miliardi per ripianare i debiti di Antonveneta? Questi debiti erano già in essere quando Santander acquisì la banca, o le linee di credito vennero aperte poco prima della vendita a MPS? Sono domande decisive a cui vanno fornite risposte cristalline, perché la vicenda MPS potrebbe scatenare un terremoto finanziario di magnitudo altissima, facendo strame di risparmiatori e correntisti.
In Commissione Finanze Laura Bottici e Alberto Airola si battono da mesi perché la commissione parlamentare d’inchiesta, appoggiata a parole anche dalla maggioranza, prenda vita. Evidentemente dietro la vicenda MPS si nascondono interessi troppo pesanti. Chi ricorda le parole di Ferruccio De Bortoli, che quest’estate riferì di avere appreso dall’ex presidente della banca senese, Alessandro Profumo, di interessi massonici intorno alla banca? Lo riportò Il Fatto Quotidiano, ma seguì un imbarazzato e trasversale silenzio.
Il M5S però non ci sta. Fino a che la maggioranza non accoglierà la commissione d’inchiesta continueremo a batterci e a denunciare, anche per evitare che i mercati puniscano ancora una volta questa inaccettabile mancanza di trasparenza, portandosi dietro i risparmi dei cittadini italiani.
Invitiamo il presidente Mauro Marino a trarre le debite conclusioni dall’indagine conoscitiva e a dar luogo il prima possibile alla discussione per istituire la commissione parlamentare d’inchiesta.