Giustizia: per la politica non è una priorità

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La giustizia non interessa alla politica e ai partiti. Dopo le accuse lanciate al Governo dall’ANM, dopo quelle dei Giudici della Cassazione (che hanno confermato la necessità di riformare la prescrizione, di prevenire e reprimere la corruzione e di spezzare il legame e le infiltrazioni tra politica e malaffare), dopo quelle del presidente della Corte d’appello di Napoli che ha denunciato la mancata esecuzione di migliaia di sentenze nel solo distretto partenopeo, a causa della carenza di mezzi e personale (ricordiamo che ad oggi, nonostante gli impegni del Ministro e le denunce del M5S, permangono 50 mila sentenze ineseguite, 12 mila persone condannate ed a piede libero, nonostante siano stati i destinatari di un provvedimento irrevocabile di condanna), sono giunte anche le accuse del Procuratore Generale di Milano che parla di una giustizia ormai al collasso e di gravi infiltrazioni della criminalità negli appalti pubblici di Expo.
Il Governo Renzi ed il Ministro Orlando hanno fallito. Questa è la verità. Nel nostro Paese servono riforme urgenti in tema di giustizia. Serve un ampliamento e un potenziamento degli organici. Servono norme più efficaci e più severe per la corruzione. Gli appalti pubblici devono essere rigorosamente controllati e le procedure trasparenti- Occorrono sanzioni penali e pecuniarie per i responsabili. Serve la certezza della pena. Nessun provvedimento in tal senso è stato approvato. Neanche uno. E’ evidente allora come ai partiti non interessa nè prevenire e reprimere i fenomeni illeciti che stanno erodendo le risorse pubbliche, nè mettere a disposizione dell’autorità giudiziaria gli strumenti necessari per garantire principi costituzionali e affermare l’autorità dello Stato.
Il M5S sin dal 2013 ha presentato in parlamento un pacchetto di misure come il DASPO (cioè l’interdizione perpetua da ricoprire incarichi pubblici o di contrattare con al PA) per politici, funzionari pubblici e imprenditori corrotti, come l’agente provocatore o infiltrato per i reati di corruzione contro la PA, come la riforma della prescrizione, come il whistleblowing, come la riforma del 416 ter sul voto di scambio politico – mafioso, come il sequestro e la confisca dei beni per i responsabili di mazzette, come il potenziamento dell’auto-riciclaggio e come il Codice Etico di comportamento per tutti gli eletti o candidati.
Tutte misure che vanno nella direzione di prevenire e reprimere le condotte illecite e di ripulire gli organi pubblici, a tutti i livelli, da coloro che tentano di infiltrare lo Stato per perseguire interessi privati illeciti. Manca però una cosa: il M5S al Governo!