La giornata nera della Giustizia italiana

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Per comprendere lo stato impietoso della Giustizia italiana basta semplicemente leggere i quotidiani di oggi: una lista di situazioni così sconcertanti che si stenta a crederle reali.
Ieri sera l’evasione di tre detenuti dal carcere di Sollicciano a Firenze, che hanno scavalcato il muro di di cinta con delle lenzuola come in un film di serie B. Ma di serie B in realtà è tutta la struttura, oggetto delle denunce della polizia penitenziaria in quanto inagibile, e buona parte del sistema carcerario italiano: da tempo immemore il M5S afferma che si deve potenziare il numero degli agenti di polizia penitenziaria e delle strutture carcerarie, nonché ripensare il sistema di vigilanza dinamica così come previsto. Nulla da fare, il Governo è sordo.
Disastro carceri, ma disastro anche nei meccanismi di estradizione: è fresca la notizia su Filippo De Cristoforo che, condannato all’ergastolo, fugge per ben due volte e si nasconde in Portogallo. Magistratura e forze dell’ordine, con bravura e tenacia, riescono ad individuarlo e ad arrestarlo. Ma alla fine la richiesta di estradizione non viene completata, al Ministero della Giustizia se ne sono dimenticati, e il killer del catamarano è stato rimesso in libertà.
Anche qui, il MoVImento 5 Stelle ha sempre sollecitato una migliore organizzazione del sistema di estradizioni e soprattutto che si insistesse, come per il recente accordo stipulato con gli Emirati Arabi, per riprenderci criminali che tranquillamente vivono nell’impunità come Matacena e company o il il narcotrafficante Imperiale.
Ma purtroppo, in questa giornata nera la giustizia italiana arriva a toccare il fondo: la prescrizione di un reato di stupro nei confronti di una bambina di sette anni.
E’ andata così perché per celebrare il processo di primo grado allo stupratore ci sono voluti ben 10 anni, dal 1997 al 2007, e poi ce ne sono voluti addirittura altri nove per iniziare il secondo grado. Risultato: l’imputato di stupro pedofilo è ora in libertà.
Ci chiediamo tutti se è ancora questo un Paese civile. Ma in verità è inutile indignarsi: la politica deve guardarsi in faccia e rendersi conto del disastro che ha creato. Sulla giustizia il M5S ha sempre offerto le proprie soluzioni, come potenziare gli uffici giudiziari, assumere personale qualificato (e non barellieri!), e soprattutto riscrivere la legge sulla prescrizione. Nulla da fare per il PD, il Governo e soprattutto per il ministro Orlando, che in questo momento è tutto preso solo dalla promozione a segretario di partito.