Calenda chiede soluzioni al M5S. E il governo cosa fa?

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Roma, 26 aprile 2017 – «Se Calenda si fosse impegnato in Alitalia così come ha fatto per Mediaset del mentore Berlusconi, proponendo in più occasioni norme ad aziendam per contrastare la scalata di Vivendì, oggi la nostra ex compagnia di bandiera non si troverebbe nella situazione attuale, praticamente fallita»: lo dichiarano i deputati pentastellati della Commissione Trasporti, Attività Produttive e Lavoro replicando alle esternazioni del Ministro Calenda che, in occasione della sua intervista di radio 24, ha dichiarato che «i 5 Stelle non danno mai soluzioni».
«Innanzitutto non ci saremmo mai dovuti arrivare in questa situazione. Già 2 anni fa, mentre l’assistente di volo Matteo Renzi ci consigliava di allacciarci le cinture perché Alitalia stava decollando, furono denunciate le lacune di un Piano industriale che ci avrebbe portati dritti in questa situazione: un buco di bilancio per il 2016 stimato in 600 milioni di euro. Oggi i dipendenti, con coraggio e contro i propri interessi, hanno rispedito al mittente l’ennesimo Piano di ridimensionamento aziendale che avrebbe penalizzato ulteriormente l’Azienda: questa volta con i debiti coperti da garanzie pubbliche. I dipendenti hanno detto no! Governo e azionisti trovino un’intesa per un effettivo rilancio della compagnia senza rinviare, come tentato, i problemi al prossimo Governo».
«Nei fatti cosa proponiamo? Innanzitutto che venga nominato un Commissario superpartes che abbia esperienza nel settore dell’aviazione e che sappia mettere sul tavolo tutti gli attori possibili ad un rilancio di una compagnia strategica per il Paese come Alitalia. Quindi no ai soliti banchieri di turno, come i nomi emersi in queste ore, utili solo a scrivere i necrologi aziendali e pertanto invisi ai dipendenti. Consigliamo – continuano i deputati 5 stelle – a Calenda di non lasciarsi andare a esternazioni prive di senso. Se cerca consigli da noi su come risolvere le tante crisi aziendali che questo Governo ha creato, ci invitasse ai tavoli tecnici visto che nel caso di Alitalia la reale situazione dei conti li conosce solo lui. Preferiamo non sparare bugie come i suoi mentori politici Berlusconi e Renzi che avevano già dato in più occasioni per decollata la nostra compagnia aerea e invece è sempre sistematicamente fallita».