Un silenzio che non ha senso

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Ieri sera, nell’indifferenza generale di stampa e media, la Camera dei Deputati ha approvato la norma sull’estensione all’infinito del “silenzio assenso”. Rappresenta l’attacco definitivo alla tutela della salute, dell’ambiente, del paesaggio e dei beni storici e artistici italiani: in pratica, un gestore di beni o servizi pubblici non ha più bisogno di autorizzazioni per qualsiasi intervento riguardi l’ambiente, ora è sufficiente che l’amministrazione preposta non risponda alla sua domanda in 60 giorni perché ciò sia considerato come “via libera”. Immaginate, un esempio fra tanti, il caso del MUOS.
Come sempre, questa norma ha anche numerosi aspetti tremendamente positivi per i partiti e tutti i furbetti del quartierino che li circondano:
1) Aiuta a depotenziare gli effetti dell’unica legge decente finora approvata, quella sugli Ecoreati. Ci avremmo giurato, che Ecoreati dava molto fastidio a qualcuno.
2) Porta una nuova messe di mazzette agli amministratori locali corrotti, che ora si arricchiranno lasciando lì a dormire -dietro pagamento- le domande di autorizzazione.
3) Mette un freno agli amministratori onesti e a quelli a 5 Stelle: qualora un’amministrazione pubblica risponda prontamente NO alla richiesta, sapete chi sarà a prendere la salomonica decisione finale secondo questa nuova norma? La Presidenza del Consiglio, ovvero… Renzi.
Se la sono proprio aggiustata bene, insomma. Dopo aver esautorato gli enti locali con lo Sfascia Italia, dopo aver deciso di sfaldare il Corpo Forestale e quindi le indagini ambientali, adesso ambiente, paesaggio e salute vengono completamente abbandonati alla discrezione di chissachì. Le verifiche e i controlli sono un ricordo del passato, un po’ come tutto ciò che compete allo Stato.
Anche questa, in fondo, è una cessione di sovranità: a chi vuole fare business, o peggio fare mafia.