La verità dietro le slide: Istat piccona la propaganda renziana

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L’Istat sbertuccia il governo degli incapaci e dei marziani. Incapaci perché non hanno idea di come far ripartire l’economia. Marziani perché non hanno ancora capito quali siano i problemi dei cittadini, qui sulla Terra, e quanto sia diventata grave l’emergenza povertà.
Meno male che ci pensa l’istituto di statistica a smontare le impalcature di cartapesta della propaganda renziana. E su più fronti.
Da una parte il dato desolante sulla produzione industriale di giugno, che crolla dell’1,1% rispetto a maggio e flette anche rispetto allo stesso mese dello scorso anno: -0,3%. Se va avanti così, altro che tesoretto alimentato da un surplus di crescita con il quale tagliare le tasse. Il presidente del Consiglio vedrà presto crollare le velleitarie ambizioni sbandierate sul fronte fiscale come un castello di carte abbattuto da un colpo di vento.
Dall’altra parte, il presidente Istat, Giorgio Alleva, afferma candidamente al Fatto quotidiano che il nostro Reddito di cittadinanza “può servire a ridurre le diseguaglianze”. E aggiunge: “Abbiamo fatto un’analisi sulla proposta del M5S” e il Rdc “ridurrebbe di molto la povertà ed è ben congegnato perché proporzionato al reddito e versato al singolo, che così ha autonomia di scelta”.
Alleva conferma che la nostra misura universale per il lavoro e contro la povertà costa 14,9 miliardi e spiega che non dovremmo privarci di uno strumento così importante per il rilancio del Paese.
Caro Renzi, questa è la dimostrazione che le tue politiche non hanno influito per nulla sui redditi, sulla povertà e sul lavoro.
Meno male che l’Istat c’è.