NASPI alle calende greche, per umiliare i precari

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Oltre al danno la beffa. Non bastassero le tante penalizzazioni che la Naspi -il nuovo ammortizzatore figlio del Job Act- implica rispetto alla vecchia Aspi, i disoccupati vengono ulteriormente umiliati dai tempi biblici che bisogna attendere per ottenere il nuovo sussidio.
Più della metà di coloro che hanno fatto richiesta per la Naspi infatti, tra cui migliaia di precari della scuola, non solo non ha ancora ricevuto un centesimo, ma ha collezionato anche un serie di scuse risibili ed assurde da parte dell’INPS. Persino all’interrogazione parlamentare del M5S, il Ministero ha risposto in modo evasivo e insufficiente.
Gli intoppi sembrano dovuti alla definizione della procedura di calcolo, ma il sospetto che si tratti di scuse per procrastinare i pagamenti è legittimo. In ogni caso, siamo in presenza o di incompetenza, o di malafede. Non se ne può più: la nuova assicurazione sociale per l’impiego è diventata la solita trafila umiliante per tanti lavoratori, costretti come sempre a pietire per un loro diritto mentre si trovano anche in difficoltà economiche.
E meno male che si doveva cambiare verso.