Derivati, il M5S contro un muro di gomma sempre più alto
Omertà da parte di tutti gli apparati di governo di fronte alla legittima richiesta dei cittadini di vedere cosa c’è scritto nei derivati che il Tesoro ha sottoscritto con le banche d’affari, soprattutto negli anni ’90.
Persino la Commissione accesso agli atti amministrativi di Palazzo Chigi ha risposto ‘niet’ al ricorso del M5S che voleva vederci chiaro.
Solo tra il 2011 e il 2014 l’Italia ha pagato quasi 17 miliardi alle banche controparti, tra perdite reali e potenziali, sulle scommesse (chiamate “swap” dagli stregoni della finanza) fatte sui tassi dei nostri titoli di debito.
Il rischio di esborsi potenziali futuri per la Repubblica è addirittura di 42 miliardi, in pratica quasi due manovre del governo Renzi. Eppure i cittadini, che potrebbero veder sparire in una voragine tante risorse che provengono dalle loro tasse, non hanno diritto a sapere cosa c’è scritto in quei contratti. Questo almeno dice la Commissione accesso agli atti di Palazzo Chigi.
Il M5S, che fa parte di questa commissione con la deputata Laura Castelli, si sta opponendo con tutte le forze al muro di gomma.
Ma allora?? Chi è titolato a vedere questi contratti finanziari se non i rappresentanti dei cittadini? Per il governo soltanto le stesse banche, che peraltro sono le controparti del Tesoro.
Nella scorsa legge di stabilità il governo ha propinato e fatto approvare dal Parlamento una norma che autorizza il Tesoro a stipulare e versare come liquidità i titoli di stato su conti delle controparti per garantire la copertura delle scommesse comprese in questi contratti.
Eppure a noi non è dato sapere nulla. Siamo di fronte a un segreto di Stato di fatto.
Cosa si cela in quei contratti? Azzardo? Interessi? Scelte sbagliate? Danno erariale? Sono domande alle quali il M5S esige una risposta.
La decisione della Commissione per l’accesso agli atti appare solo come un appendice terminale del cordone di omertà.
La magistratura è la nostra ultima speranza. Il diniego ricevuto oggi verrà stampato e aggiunto ai 24 allegati all’esposto presentato dal M5S la scorsa settimana in Procura. A questo punto, se ci saranno delle responsabilità penali dovute al diniego di trasparenza, le stesse non potranno che essere estese a tutti i soggetti, compresa la commissione, che finora hanno contribuito a secretare di fatto questi documenti.