Agricoltura, “Ecco il nostro kit ‘salva-Pmi’ per il Collegato Agricolo”
ROMA, 29.01.2016 – “Un kit di ‘proposte a 5stelle’ per salvare le Piccole medie imprese dell’agroalimentare made in Italy (dai piccoli birrifici agli agricoltori in affitto), tutelarne la filiera produttiva (da una fiscalità equa definizione di ‘birra artigianale’ e ‘piccolo birrificio indipendente’ fino all’introduzione di un ‘luppolo made in Italy’) e riconoscere il ruolo sociale e ambientale di quelle attività ‘fai da te’, come ad esempio la produzione in casa di piccole quantità di miele o olio per uso famigliare”. È questo, in sintesi, l’obiettivo che accomuna gli emendamenti presentati dai deputati del M5S al Collegato Agricolo in discussione alla Camera la prossima settimana.
“Tra le misure previste – proseguono i parlamentari 5stelle – l’abolizione dell’Imu agricola su quei terreni affittati o in comodato d’uso a coltivatori diretti e Imprenditori Agricoli Professionali (Iap) con un contratto non inferiore ai 5 anni; l’istituzione di un Ufficio Permanente di Coordinamento Forestale presso il ministero delle Politiche Agricole; l’inserimento nel Piano nazionale della gestione del rischio del risarcimento dei danni dovuti alla fauna selvatica alle aziende agricole; difesa dei prodotti Dop, Igp e biologici da impianti inquinanti; una macchina burocratica più efficiente e trasparente, riportando in capo ad Agea il coordinamento tecnico delle attività svolte dal Sin s.p.a., la piattaforma informatica che calcola e gestisce l’assegnazione delle risorse economiche agli agricoltori, e ottimizzando le risorse messe a disposizione della Politica Agricola Comune”.
E ancora: “misure per l’agricoltura ‘fai da te’, come la cancellazione delle dichiarazioni a fini Iva e della denuncia dell’olio stoccato ad uso familiare fino a 400 litri e l’esonero dalla dichiarazione o segnalazione di inizio attività per quegli apicoltori con meno di 50 arnie, visto che con la loro attività contribuisce alla tutela della biodiversità”. Una misura, quest’ultima, che fa parte di un insieme di proposte specifiche per l’apicoltura italiana come “l’abbassamento dell’Iva dal 20% al 10% per la pappa reale, al parti degli altri prodotti apistici e l’estensione del divieto di trattamenti chimici per gli alberi da frutta non solo al periodo di fioritura ma anche al cosiddetto periodo di melata, anch’essa utilizzata dalle api”.
Un altro capitolo è quello degli interventi in favore della produzione di birra, come “l’incentivo alla ricerca per un ‘luppolo made in Italy’, visto che la filiera italiana attualmente dipende quasi esclusivamente dall’importazione di luppolo; agevolazioni fiscali per i piccoli birrifici (definizione dell’accisa alla fine del processo produttivo e calcolo della riduzione delle imposte su produzione annua);definizione della ‘birra artigianale’ come la birra non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e microfiltrazione, e prodotta da ‘piccoli birrifici indipendenti’, ovvero che siano legalmente ed economicamente indipendenti da qualsiasi altro birrificio, che utilizzino impianti fisicamente distinti da quelli di qualsiasi altro birrificio, che non operino sotto licenza e la cui produzione annua non superi i 200.000 ettolitri”.