La sicurezza sul lavoro parte dalla certezza del diritto

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Grazie all’insistenza del Movimento 5 Stelle sulla tematica della sicurezza e prevenzione rischi, sembra che finalmente le autorità competenti stiano lavorando speditamente per cercare di arginare i drammatici incidenti alle cave di Marmo di Carrara.
Come noto, il Movimento 5 Stelle ha presentato una proposta di legge in Senato (Ddl 2366), a firma delle portavoce Sara Paglini e Laura Bottici, per far rientrare i lavoratori delle cave di marmo all’interno dei lavori usuranti e quindi consentir loro di anticipare l’età pensionabile.
Abbiamo appreso, infatti, che la vita media di un cavatore non va oltre i 70 anni. Non è quindi pensabile vedere persone dell’età di 64-65 anni arrampicarsi in scale a strapiombo sul vuoto, o saltare da bancate vertiginose.
La Commissione parlamentare di Inchiesta sulla Sicurezza Lavoro, su proposta del Movimento 5 Stelle ha già provveduto ad udire gli imprenditori (Assindustria) ed i sindacati (Cgil e Fillea, Cisl e Filca, Uil e Feneal e Cobas Marmo), convenendo sull’introduzione di questa professione tra i lavori usuranti, e anche sulla necessità di aumentare i controlli e la prevenzione, col monitoraggio costante delle montagne attraverso strumenti tecnologici esistenti.
Le misure da mettere in campo, dunque, sarebbero molteplici. Servirebbe soprattutto più personale addetto ai controlli sia dell’ASL, che della Forestale, e soprattutto poterli dotare delle necessarie attrezzature.
Il Movimento 5 Stelle ha accentuato anche l’esigenza di monitorare e rendere trasparenti i Piani di Coltivazione; nonostante la zona conti circa 80 cave attive, nell’ufficio marmo di Carrara il personale è del tutto insufficiente (si conta un solo addetto), e i monitoraggi assolutamente non sono adeguati.
Nelle audizioni sono stati anche analizzati i dati relativi alla mortalità nel settore. Negli ultimi 8 mesi ci sono state un totale di 6 vittime. Dati che devono far riflettere, insieme a quelli relativi alla produzione. Bisogna evidenziare che l’estratto dal monte negli anni è in diminuzione (da 5.000.000 di tonn. nel 2005 a 3.500.000 tonn. del 2015), ma la forza lavoro si è fortemente ridotta di due terzi, passando da 1500 cavatori nel 2000 ai 650 addetti attuali.
All’anno si registra una contrazione del 3-5 per cento di lavoratori in cava, vuoi per le macchine sempre più efficaci e veloci, ma vuoi anche per un blocco del turnover .
A questo punto, tenuto conto che tutte le forze politiche sembrano convergere sulla necessità di risolvere la situazione delle cave il prima possibile, bisognerà prendere provvedimenti concreti non solo per integrare questi lavoratori nei lavori usuranti, ma anche per aumentare la prevenzione, i controlli sulla sicurezza, per ridurre la precarietà e per abbassare i livelli di produzione.
Avremo modo, in ogni caso, di vedere se alle parole seguiranno i fatti.
Vista la vastità della materia non tutti i presenti sono riusciti ad esprimersi, pertanto dietro richiesta del Movimento 5 Stelle , condivisa e recepita dalla presidenza, si riconvocheranno i cavatori, coloro che veramente ogni mattina mettono le proprie mani nel freddo marmo e rischiano la vita.