Iren salva Unieco? No a favori alla coop che ha costruito inceneritore Torino e detiene discariche

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19 OTTOBRE – “Iren acquisisce Unieco? No a favori alla cooperativa rossa che ha costruito l’inceneritore del Gerbido che tanti problemi ha causato dalla sua apertura e possiede discariche” Questa la dura presa di posizione di Laura Castelli e Maria Edera Spadoni, parlamentari piemontesi ed emiliana del Movimento 5 Stelle e di Giorgio Bertola e Gian Luca Sassi, capigruppo M5S in Regione Piemonte ed Emilia-Romagna.
“L’abbiamo capito oramai tutti. I rifiuti sono la gallina dalle uova d’oro” spiegano le due parlamentari ed i capigruppo del M5S nelle due regioni.
Sulla fusione è stata depositata una interrogazione in Parlamento che riprende anche le ultime vicende legate agli sforamenti dell’inceneritore del Gerbido.
“IREN, multiutility quotata che opera in diversi settori tra cui quello dei servizi ambientali (raccolta e smaltimento dei rifiuti) e dei servizi per le Pubbliche Amministrazioni, da la notizia di voler acquisire un ramo d’azienda di Unieco” spiegano Castelli, Spadoni, Bertola e Spadoni.
Unieco è azienda nota per essere stata, durante tangentopoli, finanziatrice di partiti..
Inoltre i rilevanti fatti giudiziari in corso dovrebbero consigliare prudenza nell’acquisizione di asset da Unieco– spiegano i rappresentanti del M5S – la procura di Firenze ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di turbativa d’asta sul servizio di smaltimento di rifiuti, un appalto da 140 milioni di euro, affidato dall’Ato Toscana Sud al raggruppamento di imprese pubbliche e private Sei Toscana, il cui socio principale è Sta (Società toscana ambiente), una holding di imprese cooperative fra cui spiccano il colosso reggiano Unieco e le toscane Cooplat e Castelnuovese”.
“A fare gola a Iren c’è sicuramente la partecipazione al 35% di Unieco in Barricalla spa (tremite la Sereco Piemonte spa) tra le più grandi centrali di smaltimento di rifiuti in Italia che si inserirebbe perfettamente nello scacchiere di Iren Ambiente” spiegano nei dettagli i parlamentari e capigruppo M5S nelle due regioni.
“Questa fusione, dunque, significherebbe investire in un business ormai vecchio e con rischi enormi a fronte di pochi anni residui di ricavi visto che si tratta di discariche prossime al fine vita, ovvero alla chiusura” aggiungono.
Unieco Spa è risultata essere ditta costruttrice e general contractor dell’inceneritore del Gerbido (Torino) di proprietà di TRM spa partecipata di Iren Spa e del Comune di Torino.
Questo impianto costruito da Unieco, come si deduce dall’ordinanza della Città Metropolitana di Torino del 18/10/2016 n. 27443/2016 che ha disposto la diminuzione del carico per alcuni giorni dell’impianto per nuovi sforamenti” spiegano Castelli, Spadoni, Bertola e Sassi che poi ricordano. “Sin dalla sua inaugurazione a maggio 2013 l’inceneritore del Gerbido è stato teatro di numerosi incidenti dovuti al suo malfunzionamento e non ha mai funzionato a pieno regime” sottolineano i portavoce M5S.
“Numerose sarebbero le criticità della maxi fusione: perdita di controllo da parte dei territori, investimenti a svantaggio dei cittadini, maggiori difficoltà ad ottenere trasparenza, facilità a far perdere le tracce delle conseguenze e dei responsabili di tutte le scelte gestionali e strategiche messe in atto negli ultimi anni e, non ultimo, la non diminuzione delle tariffe” continuano Castelli, Spadoni e i due consiglieri regionali.
“Acquisire un ramo di azienda che si cura di discariche che sono prossime alla chiusura e che creerebbe tutti questi problemi che senso ha? Forse i motivi sono da cercare altrove?” si chiedono.
“Certo è che ora IREN, invece di chiedere conto dei problemi progettuali e gestionali del Gerbido (e dei relativi costi pagati dai cittadini) ad UNIECO, vuole salvarla dagli enormi e noti problemi finanziari acquistandone il ramo d’azienda UniecoAmbiente” spiegano gli esponenti M5S.
“Il settore ambiente di Iren dovrebbe fare un salto di qualità e innovazione dal punto di vista industriale puntando sul riciclo di materia con nuovo tecnologie sempre più avanzate, e abbandonare le ipotesi di acquisizione di discariche che sono antitetici alle gerarchie d’intervento sostenibili fissate dall’Unione Europea e vanno nella direzione opposta a quella auspicata e necessaria per la difesa dell’ambiente e la salute dei cittadini” concludono i parlamentari e consiglieri regionali M5S.