Decreto fiscale: la vera abolizione di Equitalia è nella proposta M5S

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Siamo alle solite: Renzi ricorre ancora alla sua abitudine di fare annunci roboanti che poi non rispondono al vero. Il Jobs Act che in realtà incrementa il precariato, la Buona Scuola che finisce di smantellare l’istruzione pubblica, ed ora l'”abolizione di Equitalia” che si limita al cambio del nome lasciando lo stesso carrozzone e soprattutto le stesse vessazioni (salvo minirottamazione volante). Il Paese non ne può più.
Il M5S invece punta, nella discussione alla Camera sul decreto fiscale, a una vera abolizione di Equitalia con un ritorno delle funzioni in seno all’Agenzia delle entrate, come accade in tutti i maggiori Paesi Ue (integrazione tra fasi dell’accertamento e della riscossione).
Il MoVimento spinge affinché i Comuni operino la riscossione in proprio, anche incoraggiando le associazioni tra i sindaci dei centri più piccoli. In più, chiediamo maggiore trasparenza da parte dei concessionari (su obiettivi e risultati) in favore delle amministrazioni locali che di essi si avvalgono.
Accanto alla proposta di legge Cancelleri, gli emendamenti dei portavoce a Montecitorio introducono le migliorie alle norme della riscossione della legge Sibilia: da un rafforzamento dell’autotutela a misure contro le cosiddette “cartelle pazze”, da un alleggerimento strutturale degli interessi allo stop ai ruoli per cifre molto basse.
Sul fronte del riscossore di Stato, il M5S dice no ai nuovi, smisurati poteri di accesso del neonato ente pubblico economico alle banche dati (per esempio Inps) a disposizione oggi soltanto di Agenzia delle entrate. Il M5S, poi, è da sempre contro i condoni ai furbi, ecco perché si chiede la cancellazione tout court della “voluntary disclosure bis”.
Vogliamo poi che lo Stato restituisca la quota corrispondente alle sanzioni, versata nell’ambito di una rateazione ordinaria delle cartelle Equitalia, in favore di chi punta adesso ad accedere alla definizione agevolata del pagamento dei ruoli. Il governo, invece, cancella sì le sanzioni e gli interessi di mora, ma si tiene quanto già pagato nel piano di ammortamento precedentemente attivato. Il M5S chiede quindi di compensare la quota sanzioni già versata con il capitale da saldare nell’ambito della sanatoria.
Puntiamo inoltre ad allungare la rateazione per il condono delle cartelle: quattro rate appena, con l’ultima da coprire entro il 15 marzo 2018, non possono andar bene a chi ha problemi veri di liquidità. Ecco perché il M5S chiede che si arrivi a 20 rate per le violazioni meno gravi.
Sempre in nome della correttezza dei rapporti tra Fisco e cittadino, un emendamento M5S punta alla compensazione tra cartelle pendenti e crediti verso il Fisco. Sul fronte del ravvedimento operoso, chiediamo invece di cancellare la beffa delle sanzioni per chi presenta la dichiarazione integrativa a favore.
Sulla trasmissione telematica trimestrale delle fatture, poi, il MoVimento 5 Stelle suggerisce al governo di tutelare le imprese a fronte di questo nuovo onere, prevedendo l’esclusione dagli accertamenti presuntivi semplici. Una fattura passiva comunicata alle Entrate, infatti, non può essere contestata perché il soggetto fornitore non l’ha comunicata a sua volta tra le sue fatture attive, come avverrebbe senza la nostra previsione.
Per evitare, infine, a chi ha subito una ritenuta d’imposta il suo mancato riconoscimento da parte dell’Agenzia delle entrate in fase di accertamento, abbiamo chiesto al governo di obbligare pure i condominii al pagamento tracciabile di tutti i corrispettivi soggetti a ritenute di acconto.
E’ così che si abolisce Equitalia, ed è così che si cambia davvero la riscossione, rendendola più giusta e più vicina ai cittadini.