Caporalato: basta #AgricolturaCriminale si tutelino i braccianti

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L’incendio scoppiato nel Gran Ghetto di Rignano, in Puglia, con la morte di due persone, pone ancora una volta l’attenzione su quegli invisibili che lavorano e vivono nei campi, piegati ad una logica di sfruttamento propria del caporalato, dalla quale sembra non possano uscire.
Assoggettati ai caporali al punto da non allontanarsi da quella baraccopoli in disfacimento, per paura di perdere il lavoro, hanno perso la vita. Non è questo quel che volevamo quando abbiamo approvato la legge sul caporalato voluta dal governo. Una legge che si è rivelata da subito l’ennesimo spot pubblicitario per l’opinione pubblica, ma che in realtà non tutela le prime vittime dell’agricoltura criminale.
Ad ottobre abbiamo votato sì per sostenere la lotta allo sfruttamento del lavoro in agricoltura e per promuovere la Rete del lavoro agricolo di qualità, ma eravamo coscienti che il testo, pur essendo un passo importante, presentava delle lacune forti. Come la questione alloggiativa dei lavoratori stranieri sfruttati nelle nostre campagne, stipati nei ghetti ai confini del nostro mondo, spesso in aperta campagna lontano da occhi indiscreti. Ci siamo battuti per ottenere l’istituzione di un ‘telefono rosso’ per aiutare i braccianti a denunciare, mantenendo l’anonimato, le condizioni di sfruttamento dei caporali: ne abbiamo ottenuto solo un ordine del giorno.

È ora di dire basta all’Agricoltura criminale
, alla “Ghetto Economy”che infanga il rispetto dei diritti umani nel nostro Paese, e alla Filiera Sporca che scredita il nostro agroalimentare agli occhi del mondo.
Per fermare il lavoro semischiavistico nelle campagne che coinvolge migliaia di cittadini italiani e stranieri, è necessario che il governo stanzi immediatamente maggiori risorse per i controlli da parte degli ispettorati del lavoro e delle ASL. E soprattutto che potenzi i centri per l’impiego pubblici in modo che corrispondano pienamente alle esigenze della domanda e dell’offerta del lavoro in agricoltura, togliendo così linfa vitale all’intermediazione illecita dei caporali. E’ necessario anche predisporre soluzioni abitative rispettose della dignità umana.
Il Movimento 5 Stelle invoca queste misure da sempre, e lo dimostrano i numerosi atti depositati tra i quali la risoluzione del dicembre 2015, gli emendamenti e gli Odg molti dei quali anche accolti dal governo. Ricordiamo le numerose visite ispettive dei nostri portavoce nei campi e nei ghetti come quello di Rignano e il recente convegno su agromafie e caporalato.