Garanzia Giovani, un anno e zero posti. La fregatura è servita

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Ad un anno dall’avvio del piano “Garanzia Giovani”, con solo l’1% dei potenziali beneficiari che ha ricevuto una proposta di lavoro, il flop del progetto finanziato dall’Europa è ormai una certezza.

Era nato per offrire concrete opportunità di lavoro ai giovani Neet (Not in employment, education or training) tra i 15 e i 29 anni, ma è riuscito nella realizzazione di un unico obiettivo: frustrare le speranze di centinaia di migliaia di giovani italiani.

Il M5S, con Silvia Chimienti, sta monitorando con attenzione il programma e, come ampiamente paventato, le aspettative dei molti Neet iscritti al portale sono state deluse sia dai tempi di attesa per un primo contatto (che va ben oltre i famosi 4 mesi dall’uscita dal sistema di istruzione formale o dall’inizio della disoccupazione come richiesto dalla Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 22 aprile 2013), sia dalle reali offerte di lavoro dal momento che il 90% delle offerte pubblicate sul sito è stato caricato dalle agenzie interinali per il lavoro e si riferisce a figure non in linea con il programma della raccomandazione europea.

La fregatura l’hanno vista anche in Europa. A fine marzo, tramite una relazione speciale, la Corte dei Conti Europea ha lanciato l’allarme sull’attuazione della Youth Guarantee ponendo proprio l’attenzione sulla scarsa qualità delle offerte di lavoro proposte e l’insufficiente monitoraggio delle iniziative di alcuni Paesi (tra cui, ovviamente, l’Italia) che potrebbero sfociare in un’attuazione inefficace e incoerente del programma. E sentite questa: gli esperti che hanno redatto la relazione hanno dichiarato di “non aver ancora trovato un solo giovane che abbia ottenuto un lavoro grazie a tale progetto”.

Tutto questo alle porte di un possibile aumento dall’1 al 30% dell’importo del prefinanziamento iniziale delle risorse destinate al programma (passando da 5 milioni di euro a 150 milioni) che, a causa dei quasi inesistenti piani operativi in atto, farebbe correre il rischio all’Italia di dover restituire il 50% di tale somma.

Il governo degli annunci e degli slogan
sta riuscendo in due grandi imprese: fare carta straccia dei diritti dei lavoratori e rubare la speranza e il futuro ai giovani.

Oltre al danno, anche la beffa.